Torino è una vivacissima città dal punto di vista storico e culturale ed anche in campo musicale offre delle opportunità di elegante ricercatezza. L’ Accademia Corale Stefano Tempia http://www.stefanotempia.it/ è una delle delle prestigiose realtà che la città sa esprimere e Guido Maria Guida ne è il suo appassionato direttore artistico.
SALA del CONSERVATORIO di TORINO 6 aprile 2014
ANTEPRIMA
Coro e Orchestra dell’Accademia Stefano Tempia di Torino
Coro da camera di Torino
Guido Maria Guida direttore
Dario Tabbia maestro dei cori
Trio Arché
Massimo Marin violino
Dario Destefano violoncello
Francesco Cipolletta pianoforte
Francesca Rotondo soprano
Filippo Pina Castiglioni tenore
Dante Muro basso
Ludwig van Beethoven
Concerto in do maggiore per pianoforte, violino, e violoncello op.56
Robert Schumann
Messa per soli, coro e orchestra op. 147
Un’ANTEPRIMA ricca di colori ed avvolgenti sfumature d’autore.
Il programma ha previsto il concerto op. 56 di Beethoven che partito con sobria lentezza si è poi acceso di vibranti dialoghi tra orchestra e Trio Archè; pregevole il tocco di Francesco Cipolletta al pianoforte ed assolutamente ricchi di sensibilità i duetti tra questi ed il violino suonato da Massimo Marin; la voce del il violoncello di Mario Destefano irradia poesia e vigore.
L’orchestra è diretta da Guido Maria Guida che con gesto ampio sicuro e chiaramente leggibile ha dato prova di solida esperienza e conoscenza; a suo favore depone anche la scelta del programma che nel secondo tempo prevede una partitura sconosciuta ai più, ma che in crescendo penetra nelle anime e nelle menti. E’ grazie alla moglie Clara ed ai pareri dell’amico Brahms che postuma è stata pubblicata la partitura della Messa per soli, coro ed orchestra op. n. 147 di Robert Shumann. Dopo il Kyrie di tenera intimità, è esploso il Gloria che attenuatosi si è tinto di dolcezza nel corpo centrale. Il Credo, per solo coro ha lasciato il passo all’Offertorium per coro e soprano, Francesca Rotondo che ha offerto una lettura molto ispirata e coinvolta. L’Offertorium ha disegnato l’intimo rapporto tra l’offerente e Dio, con sottolineature dell’organo che discreto ha acquerellato il delicato rigo. Con il Sanctus l’ottimo coro diretto da Dario Tabbia si è asservito all’armoniosità intenzionale della partitura, esaltata dalle voci soliste: il tenore Filippo Pina Castiglioni ha offerto una bella vocalità con chiaro fraseggio, il basso Dante Muro si è avvalso di bei colori bruniti ancorchè luminosi ed soprano Francesca Rotondo ha mantenuto limpidezza cristallina. L’Agnus Dei per solo coro, permette a questo attraverso tutte le sue potenzialità e con accenti poetici e ieratici, di concludere con l’esaltazione della preghiera corale e della forza che si trae dall’unione e dalla comunione di intenti.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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