Quanto si è scritto su Turandot e quanto se ne è parlato: opera incompiuta, opera con tre finali, il primo di rottura di Puccini, il secondo di compimento di Alfano ed il terzo di rivisitazione di Berio. Io dico semplicemente che Turandot è un’opera meravigliosa che tutti dovrebbero sentire e veder almeno una volta nella vita …musica estremamente coinvolgente con ricordi di altre opere (il leit motiv di Gianni Schicchi), ma soprattutto nuove emozioni pucciniane, colori vividi ed imperiosi che si stemperano nell’amore più sensibilmente puro.
TEATRO REGIO DI TORINO – 15 FEBBRAIO 2014
TURANDOT
Dramma lirico in tre atti e cinque quadri
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
dall'omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi
Duetto e scena finale completati da Franco Alfano
Musica di Giacomo Puccini
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio "G. Verdi"
Allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova
L’amore scioglie il freddo cuore di Turandot.
A novant’anni dalla morte di Puccini, il Teatro Regio di Torino (dopo Buyyerfly) ha messo in cartellone l’ultima ed incompiuta opera del maestro con il classico allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova; scenografia di Luciano Ricceri, unica per tutto l’opera, che in un tripudio di colonne, scalinate e tempietto, esalta il trionfo dell’amore e soddisfa l’ immaginario collettivo.
La direzione dell’orchestra è stata affidata a Pinchas Steinberg che ha offerto una lettura vitale e ricca di passione, scevra da facili quanto stucchevoli sentimentalismi ed ha puntato invece sulla forza dei sentimenti esaltati da vera possanza direzionale.
Giuliano Montaldo ha firmato una regia classica, ripresa da Luciano Cosentino, che ha utilizzato diversi elementi per movimentare continuamente il palcoscenico, ben attagliandosi alla narrazione: l’esercito rappresentato da ballerini ottimamente diretti da Giovanni di Cicco, la scimitarra che appare nei momenti clou ed il tutto valorizzato dai costumi di Elisabetta Montaldo che nella classicità non vanno a ricercare l’impreziosimento di scontati luccichii. Interessante e decisamente pertinente l’uso delle luci disegnate da Andrea Anfossi.
Turandot è interpretata da Raffaella Angeletti che man mano procede nel canto acquista maggior sensibilità vocale e maggior carica espressiva.
Valter Fraccaro è dignitosamente il principe Calaf che offre con voce calda ed appassionata…”Non piangere Liù”.
Un particolare apprezzamento per la voce profonda dai colori armoniosamente scuri di Giacomo Prestia nei panni di Timur, come per l’interessante baritono Donato di Gioia –Ping- che insieme a Luca Casalin –Pang- e Saverio Fiore –Pong- hanno reso un gradevolissimo terzetto delle maschere.
Il coro del Teatro ed il Coro delle voci bianche del Regio e del Conservatorio “G:Verdi”di Torino hanno dato una prova veramente eccezionale impreziosendo a tutti gli effetti l’opera: un plauso al lavoro di Claudio Fenoglio.
La mattatrice dell’opera è stata Erika Grimaldi nelle vesti di Liù ed i fragorosi applausi tributateli e non solo per la romanza “Signore ascolta”, sono stati il significativo apprezzamento della omogeneità della sua linea di canto ricca di sfumature descrittive dai colori più raffinati, che hanno risaltato l’amor puro vissuto fino all’estremo.
Bene per tutti gli altri interpreti il cui contributo positivo ha fatto si che si sia assistito ad una gradevole produzione da ricordare.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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