Tu splendida donna
i tuoi occhi come gemme
levigata è la tua pelle
e tonde le tue forme…
Io, poeta, randagio,
giullare solitario,
cantore anacronistico,
come schiavo ti adoravo…
Poi, annichiliti,
ubriachi di sole
riversi sulla sabbia
candida, come chicchi di riso,
tu mi tendesti una mano…
Sull’isola incantata *
ci sovrastava il mito
e ci incalzava il vento
con le sue malie…
La notte ci sorprese
avvinghiati nell’acqua
bassa e trasparente
dove si celava quieta
l’insidia dei coralli…
3 marzo 1998
*Cuba
Piero Juvara
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