Uno scienziato tedesco, Fritz Vahrenholt, ha recentemente lanciato una grave accusa: la molecola CO2 non produrrebbe effetti nefasti sui cambiamenti climatici, anzi sarebbe un’invenzione di gruppi legati al WWF e a Greenpeace. Tutto è possibile, ormai non mi meraviglio di nulla, ma non credo sia così. In ogni caso, mi occupo di Scienza, non di polemiche o chiacchiere, non esprimo opinioni complessive su quanto sostenuto dallo studioso al di fuori di argomenti tecnici.
Ha pubblicato un libro, “Il sole freddo”, nel quale contesta il legame tra biossido di carbonio e anomalie della temperatura terrestre. Inoltre, si scaglia contro l’agenzia dell’ONU sul clima (Ipcc) che, a suo dire, non rivelerebbe ai politici argomentazioni in contrasto con l’opinione degli ambientalisti. Un po’ di chiarezza: il sistema climatico è complesso, infinitamente complesso, ancora ai nostri giorni si tenta di comprenderlo meglio. Vahrenholt informa che negli ultimi 150 anni, l’aumento della temperatura media del pianeta è stato di 0,8 gradi e che la metà non è da addebitare alle attività antropiche. Ci ricorda anche che mille anni fa i Vichinghi coltivavano la Groenlandia e che poi furono costretti ad abbandonarla per il freddo glaciale. Tutti argomenti che conoscevamo bene. In effetti, nei suoi circa 4,5 miliardi di vita, la Terra ha conosciuto periodi di grande freddo e caldo, quando l’uomo non era presente. Verissimo. Tuttavia, ho sempre pensato che negli ultimi cinquant’anni si sia superato il limite di sopportabilità per i cicli naturali, gli ecosistemi e gli esseri viventi. Senza considerare che insistere su simile messaggio potrebbe essere considerato dagli inquinatori di professione un indiretto pungolo a continuare sulla via dello spreco energetico e delle devastazioni. Il ruolo esercitato da CO2 in climatologia è abbastanza chiaro. Essendo anche questo un argomento complicato, cercherò di semplificare: non tutta la radiazione solareè trattenuta dal nostro pianeta, una parte viene rispedita al mittente. Le molecole di biossido di carbonio naturalmente presenti in atmosfera rimandano, a loro volta, una frazione di calore, in una sorta di ping-pong. Più ce ne sono, più il caldo aumenta, di qui l’espressione “effetto serra”.
Ciò chiarito, noto nelle argomentazioni dello scienziato una grave lacuna: non considera abbastanza l’abominevole azione delle deforestazioni e dell’espansione edilizia. In tutto il mondo. Dunque, non bisogna fare i conti solo con le emissioni di autoveicoli e industrie, ma soprattutto con la mancata e benefica azione della fotosintesi clorofilliana. In buona sostanza, sono due le iatture che si sono abbattute negli ultimi decenni. Fermo restando che l’attività solare procede senza chiedere permesso a chicchessia, un severissimo controllo sull’inquinamento e sui diboscamenti dovrebbe essere conditio sine qua non per definire civile una società. Civile e saggia. Non mi pare di scorgere né saggezza né civiltà nelle devastazioni ambientali planetarie, piuttosto uno stolto gioco al rischio e al massacro con l’aggiunta di autentico disprezzo per il futuro delle nuove generazioni. Proprio perché il clima è sistema ancora parzialmente sconosciuto, imprevedibile e complesso, bisognerebbe usare prudenza, perfino eccessiva. Scherzare con il fuoco è pericoloso, lo sanno tutti. O quasi tutti.
Giuseppe Pitrone
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