Un distinto signore entra tutte (o quasi…) le mattine nelle nostre case. Anzi, per l’esattezza nella stanza più riservata, quella da bagno. No, non è un guardone o un invadente, siamo noi a invitarlo, seppur indirettamente. Chi è o chi era? Joseph Gayetty, l’inventore della carta igienica. Cosa sarebbe la nostra vita, senza un santo rotolo di carta igienica? Conosciuta dai Cinesi e usata regolarmente dalle famiglie imperiali, non ha avuto successo fino alla seconda metà del ‘900. Per millenni si sono usati i materiali più eterogenei e, a volte, strani: spugne imbevute di acqua salata ancorate a un bastone nell’antica Roma, pallottole di fieno o lana di animali nelle campagne, pezzi di gomene sulle navi, gusci di cocco nei Caraibi, neve e fango nell’Artico, in India e Arabia acqua e mano sinistra per motivi igienici e religiosi. Insomma, ci si arrangiava con quello che si aveva a disposizione. Gayetty, nato nel Massachusetts, diventa uomo d’affari e le sperimenta un po’ tutte. Nel 1857, presenta pubblicamente pacchi di carta a singoli fogli, sui quali è stampato il suo nome. Purtroppo, la grande invenzione si trasforma in un vero disastro commerciale, le folle restano indifferenti. Perché spendere l’equivalente di circa 50 centesimi di euro dei nostri giorni quando possono essere usati vecchi fogli di giornale o altri materiali? In realtà, Gayetty voleva migliorare le condizioni igieniche e a lenire problemi emorroidari. I fogli, infatti, erano impregnati di succo d’aloe e la carta stessa si chiamava terapeutica. Ciononostante, fu un disastro, non sempre la fortuna aiuta gli audaci e chi dimostra ingegno.
Nel 1879, l’inglese Walter Alcock apporta modifiche introducendo il rotolo con fogli a strappo, ma il successo non arriva nemmeno per lui, e per gli stessi motivi. Fin quando, nel 1884 i fratelli Scott, di Filadelfia, comprano il brevetto e apportano ancora perfezionamenti: i rotoli bucherellati. Nel contempo, creano la Scott Paper Company, che diventerà Scottex. Tuttavia, ancora per molti anni, la carta igienica è considerata una costosa e superflua bizzarria. Solo all’inizio del ‘900 comincia la produzione industriale a livello mondiale e l’abitudine dell’usa e getta, che già nel 1907 contempla anche i fazzoletti. L’invenzione si afferma definitivamente intorno agli anni ’30, in Italia addirittura durante il boom economico. Oggi, nella sola Europa si vendono circa sei milioni di tonnellate e ogni abitante ne consuma 13-15 kg/anno, per un valore commerciale complessivo di 8,5 miliardi di euro, il 25% del consumo mondiale.
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