È il titolo di un saggio scritto da Konrad Lorenz, Premio Nobel 1973 per la Medicina, pubblicato da Mondadori tanti anni fa. Ecco la brevissima prefazione: “In questo momento le prospettive dell'umanità sono straordinariamente cupe. È molto probabile che essa stia per commettere, con le armi nucleari che possiede, un suicidio rapido ma tutt'altro che indolore. Ma anche se questo non dovesse succedere, essa è minacciata da una morte lenta a causa dell'inquinamento e di altre forme di distruzione dell'ambiente nel quale e del quale vive. Ammettiamo però che essa riesca a invertire tempestivamente la rotta cieca e incredibilmente stolta che sta seguendo: essa è minacciata tuttavia dal declino graduale di tutte le qualità e le doti che fanno dell'uomo un essere umano. Molti filosofi se ne sono resi conto, e la consapevolezza che la distruzione dell'ambiente e la decadenza della civiltà vanno di pari passo è scritta in molti libri. Pochi, tuttavia, considerano come una malattia il declino delle qualità umane dell'uomo, e pochi cercano, sull'esempio di Aldous Huxley, di individuare le cause di questa malattia e i possibili rimedi. Questo libro vuol essere un contributo a tale ricerca”. Di certo, si tratta di un testo che richiede una buona preparazione per essere apprezzato, non a caso l’Autore è stato uno tra i più grandi scienziati e pensatori del ‘900. Non è, comunque, un mattone, anche se la spiaggia risulta poco idonea ad assimilarlo bene. Perché, allora, mi permetto di sottoporlo all’attenzione del lettore proprio in questo periodo di relax? Da un lato per una sorta di bonaria provocazione, dall’altro per mettere in evidenza una contraddizione nel nostro comportamento: in vacanza non vogliamo sentire o leggere, giustamente, cattive notizie e/o argomenti impegnativi; quando rientriamo non abbiamo tempo, giacché affannati a sopravvivere nella moderna giungla sociale. Il risultato è che gli anni passano, ma non si trova mai un momento per riflettere. Su cosa? Proprio sul nostro declino, che non consideriamo, come acutamente scrive Lorenz, una malattia. E, soprattutto, ci rifiutiamo di individuare le cause e i possibili rimedi. Tanti segnali, però, dovrebbero metterci in guardia da una realtà che noi stessi abbiamo costruito e/o autorizzato a costruire. Non voglio fare il pistolotto a chicchessia, solo invitare a riflettere, di tanto in tanto, sul futuro dei nostri figli. Che non appare roseo, lo constatiamo tutti i giorni: disoccupazione, disastri ambientali, caos politico e finanziario. Mi viene in mente una frase di John Kennedy in un famoso discorso: non chiedete cosa possa fare il Paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il Paese. Ritengo sia di attualità impressionante. Aspettare rimedi dall’attuale classe politica è pura illusione, dovremmo essere noi i protagonisti della nostra stessa vita. Giustamente ci sottoponiamo spesso a controlli medici, soprattutto analisi del sangue. Ma quando effettueremo un’analisi del comportamento e dell’aspetto spirituale? Se lo facessimo, scopriremmo, per esempio, che la nostra vita è basata sulla menzogna. Scrive Lorenz, a tal proposito: “Oggi nel contesto economico fare la cresta sul prezzo e lodare in modo ingiustificato la propria merce è considerato un comportamento perfettamente legittimo. Molti esperti della pubblicità sono orgogliosi del successo che ottengono con la menzogna. Credo in tutta serietà che la società umana nel suo complesso conoscerebbe un’organizzazione radicalmente nuova e assai migliore se la menzogna, sia quella individuale sia quella collettiva, cominciasse a essere condannata come merita”. E ancora: “Se dovessi credere che un Dio onnipotente ha creato intenzionalmente l’uomo attuale, così come è rappresentato dall’esponente medio della nostra specie, allora sì che dubiterei dell’esistenza di Dio. Se questo essere, che spesso nelle sue azioni collettive è non solo così malvagio ma anche così sciocco, dovesse essere costruito a immagine e somiglianza di Dio, sarei costretto a dire: Quale misero Dio!”. Come non essere d’accordo? Ebbene, in tutto il libro ci sono elementi di riflessione, analisi veritiere, spunti di eccezionale acume e motivi per sperare, nonostante i disastri di ogni genere. Sarebbe di aiuto per comprendere cosa noi potremmo e dovremmo fare per il Paese, cioè per noi stessi.
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