Una delle caratteristiche negative degli esseri umani è, a mio parere, la frettolosità nel manifestare giudizi, opinioni. Proprio perché la fretta è cattiva consigliera, quasi sempre si prendono enormi abbagli. In questa considerazione iniziale, esiste un nesso con il grande scienziato. Immaginate: passare vicino alla sua tenuta di Altenberg e, non conoscendolo, vederlo fare il bagno con le oche. Oppure passeggiare alla loro testa. O ancora, sentirlo chiamare le stesse con il classico qua-qua-qua. Giudizio: pazzo, come minimo. Invece, quel simpatico signore dalla bianca barbetta che interagiva con i palmipedi era un premio Nobel per la Medicina. Proprio vero: non è l’abito che fa il monaco. Konrad Zacharias Lorenz, fondatore e massimo esponente dell’Etologia, scienza che studia la comparazione di comportamento tra uomo e animali: ecco l’esatto nome del pazzo. Sugli scaffali della mia biblioteca, ci sono tutti i suoi libri principali. È stato il mio maestro, l’uomo che, con Galileo, mi ha insegnato a vedere il vero volto della Scienza. Gli devo tantissimo. Se oggi credo di capire il comportamento degli animali (e da esso trarre insegnamento), il merito principale è suo. Certo, sono stato agevolato da una passione irrefrenabile nei loro confronti, ma c’è un’enorme differenza tra attrazione e ricerca scientifica.
Nacque a Vienna il 7 novembre 1903 e morì ad Altenberg, sempre in Austria, nel 1989.
Il padre, grande medico, specialista in Ortopedia, non ostacolò la passione del figlio per la natura e gli animali. Tuttavia, impose l’iscrizione nella facoltà di Medicina.
Konrad ubbidì obtorto collo, giacché avrebbe preferito Biologia. Ciononostante, svolse con regolarità gli studi, prima alla Columbia University di New York, poi a Vienna. Ogni istante libero lo dedicava, però, all’amata residenza estiva di Altenberg, osservando e prendendo appunti. In particolare, studiò il comportamento dell’uccellino Jock, e un giornale pubblicò le dettagliate relazioni. Nel 1927 sposò Gretl Gebhardt, specialista in Ostetricia e Ginecologia. Dal matrimonio nasceranno Agnes, Dagmar e Thomas. Nel 1928 si laureò in Medicina e cominciò a lavorare come assistente nell’Istituto di Anatomia, ma l’irrefrenabile passione per gli animali lo fece iscrivere in Zoologia e conseguì la seconda laurea nel 1933. Dal 1935 al 1938 presero vita le teorie che lo avrebbero reso giustamente famoso, rappresentando una pietra miliare nella lunga storia della Scienza. Per qualche tempo insegnò all’Università di Vienna (Psicologia animale e Anatomia comparativa) e nel 1940 ottenne la cattedra di Psicologia in quella di Konigsberg. Nel frattempo, Hitler scatenò l’operazione Barbarossa (invasione dell’Unione Sovietica) e Lorenz si arruolò nella Wehrmacht, combattendo al fronte. Fatto prigioniero, nel 1944, conobbe i patimenti di un campo di concentramento, dove rimase fino al 1948. Al ritorno, fece parte della Max Planck Society for the Advancement of Science e nel 1961 diventò il direttore dell’Istituto di Fisiologia comportamentale di Seewiesen, (Germania), da lui fondato con l’etologo Kramer e ill fisiologo von Holst. Finalmente, nel 1973, ottenne il premio Nobel per la Medicina, insieme a Karl von Frisch e Nikolaas Tinbergen. Motivazione: “Per le loro scoperte riguardanti l’organizzazione e deduzione dei modelli comportamentali individuali e sociali. Per i risultati ottenuti nella Fisiologia comportamentale comparata e il lavoro pionieristico sulla comunicazione degli insetti”.
Lorenz elaborò molte teorie, come quella del meccanismo innato, ma è universalmente famoso per essere stato lo scopritore dell’imprinting. La parola deriva dall’inglese imprint (stampa) e fu lo stesso Lorenz a coniarla. Non si tratta di comportamento innato, ma di apprendimento limitato, cioè che può verificarsi soltanto nelle prime 30-36 ore dopo la nascita. A tal riguardo, in realtà, non si possono elevare barriere rigide, in quanto intervengono sia la predisposizione genetica sia la fissione delle informazioni ricevute nelle prime fasi della vita. Lo scopo è quello di memorizzare il soggetto che presterà le cure neonatali, garantendosi, in questo modo, maggiori probabilità di sopravvivenza. In natura, infatti, è essenziale apprendere nel più breve tempo possibile i vari comportamenti da assumere nei confronti dei tanti pericoli. Una volta recepito, l’imprinting influenzerà tutto il corso dell’esistenza. A tale apprendimento sono soggetti tutti i vertebrati. In buona sostanza, quando un animale vede per la prima volta un individuo anche diverso dalla sua specie – perfino un oggetto - e ne riceve le cure neonatali, lo accetta come se fosse la propria madre. Ecco perché le oche – la più famosa si chiamava Martina – seguivano lo scienziato: era lui che avevano visto dopo la schiusa, era lui che le accudiva, era lui la loro mamma.
Come altri scienziati e pensatori, anche Lorenz ricevette critiche. Poiché molte delle sue teorie presero vita durante il periodo del nazismo, molti lo accusarono – soprattutto in riferimento all’addomesticamento di alcune specie – di coltivare un atteggiamento tutto sommato tollerante con le aberrazioni ideologiche di quell’odioso regime.
Fu autore di numerosi libri: L’anello di Re Salomone, E l’uomo inventò il cane, Il cosiddetto male, Evoluzione e modificazione del comportamento, L’altra faccia dello specchio. Per una storia naturale della conoscenza. Gli otto peccati capitali della nostra società (sovrappopolazione umana, distruzione dell’ambiente, eccessiva competizione tra gli uomini, fine dei sentimenti, deterioramento del patrimonio genetico, negazione delle tradizioni, plagio delle masse e proliferazione delle armi nucleari), L’Etologia, Natura e destino, Il declino dell’uomo, Salvate la speranza.
Strenuo difensore dell’ambiente, rifiutò, tuttavia, una visione bucolica e romantica dello stesso. Pur amando intensamente gli animali, si schierò in difesa della sperimentazione – limitata e rigidamente controllata! – nell’industria dei farmaci ed espresse opinioni molto concilianti nei confronti della caccia. Anche se l’aumento della popolazione mondiale lo preoccupava seriamente, considerò sempre l’aborto una pratica antiumana. Giudicava falso il mito della tecnologia come moderna panacea, condannava l’eccesso di attivismo nel lavoro, contrastava l’immenso potere delle multinazionali. Dal punto di vista strettamente scientifico, il suo merito maggiore è stato quello di osservare l’animale non in modo asfittico e meccanicistico, ma come compagno e amico. Paradossalmente, proprio così considerandolo, riuscì a far emergere dati d’indiscusso valore, in contrasto con la tecnica – permeata da gravi errori – di studiarne il comportamento solo dal punto di vista sperimentale, riducendolo all’interno della Biochimica o della Genetica molecolare. È bene chiarire, però, che non fu mai incline a considerare gli animali sullo stesso livello dell’uomo (antropomorfizzazione). Tuttavia, a mio parere, l’impronta darwinista e materialista limitò, in alcuni contesti, la grandiosità del suo pensiero. Anche se orientato verso una forma di religiosità, riteneva essere l’evoluzione governata dal caso un’indiscussa realtà. È questa, sempre a mio parere, una lacuna che molti scienziati manifestano nelle loro osservazioni e, soprattutto, deduzioni. Da un lato riconoscono – a volte - l’armonia che permea l’Universo, dall’altro l’autore è – sempre - il caso e solo il caso. Così pensando risulta difficile accettare la spiegazione, per esempio, che la solidarietà è riconducibile soltanto in termini di vantaggi per l’individuo in lotta per l’esistenza, o che la bellezza sia esclusivamente derivazione dell’adattamento. Gli elefanti che assistono un loro simile in punto di morte, agiscono così solo per trarne vantaggio? Francamente non credo. Nella mia vita ho assistito a numerosi episodi che m’inducono a credere in una sorta di pietas presente anche nelle specie animali. Un’osservazione, a tal proposito, mi ha colpito molto: una delle mie pecore stava per partorire e scelse un luogo alquanto insolito, cioè il ciglio di una scarpata (considerando il notevole dislivello un deterrente per eventuali predatori ). Ebbene, tutte le altre si sistemarono, una accanto all’altra, per formare una vera e propria barriera in grado d’impedire al piccolo di cadere. In ogni caso, ritornando a Lorenz, riporto alcune sue considerazioni di grande interesse:
“Coloro che sono ciechi di fronte a certi valori di questo mondo, e di questi fanno parte tutti i politici e gli industriali di successo, sono certamente cresciuti in grandi città, dove la percezione della forma poteva ben dare poche esperienze gratificanti”, “Bisognerebbe fare tante fotografie di un animale, di un paesaggio, di un biotopo (prato, torrente, laghetto) così da raccontare una storia. Una storia con un finale quasi spaventoso, che però poi volge al bene. In modo da capire che cosa si è rischiato di perdere”, “Uno dei problemi dell’umanità odierna consiste nel fatto che la maggior parte degli uomini nel loro lavoro quotidiano ha a che fare soltanto con oggetti privi di vita, per lo più artificiali. Con oggetti che non sono particolarmente belli e che non sono per niente adatti a infondere rispetto. È questo il motivo per cui l’umanità, ovunque è in contatto con la natura, minaccia di distruggere il sistema naturale in cui vive e di cui vive”, “Ogni crescita economica esponenziale o ogni crescita che prevede un abuso di energia deve alla fine portare alla catastrofe. Deve, deve!”, “L’estinzione di un tipo di pianta o di animale non è affatto un evento rimediabile e poco importante, come certi industriali e certi politici ritengono. Al contrario, è cosa sommamente tragica”, “L’umanità non ha bisogno di uccidersi per soffocamento perché l’ossigeno si esaurisce e perché le alghe marine e le foreste tropicali vengono distrutte, e neppure perché si espone volutamente al pericolo della radioattività: basta che l’uomo moderno distrugga tutti i suoi nobili valori umani per andare a fondo!”,”Dobbiamo prendere coscienza del fatto che il mare non è stato creato soltanto per consentirci di fare il bagno o gite in barca. Il mare è di vitale importanza per ognuno di noi, da esso dipende la nostra sopravvivenza!“, “Ai giorni nostri il progresso tecnologico ci offre in quasi tutti i campi della vita vie traverse che inducono a diventare servi del comfort, infiacchiti, grassi, inetti e stanchi. E ciò finisce per danneggiare soprattutto i giovani”, “Se un sindaco volesse prosciugare un prato umido sul quale crescono rare orchidee selvatiche e gigli caprini per farne un deposito di immondizia o costruirvi un campo da tennis, allora, a mio giudizio, ci troviamo di fronte a un delitto”, “Le armi atomiche? Non c’è nulla di cui abbia un’opinione più bassa. Questi prodotti della mente umana sono la cosa più orrenda che l’evoluzione culturale abbia messo in mano all’uomo dai tempi dell’invenzione della clava”, “Io ho più di 80 anni e ho sulle spalle una vita bella e piena al fianco della mia amata Gretl. So con sicurezza che morirò nel corso dei prossimi dieci o quindici anni. Ciononostante mi rallegro di ogni giornata di sole come se ne rallegrano gli uccelli del mio giardino. Le mie paure sono per i miei figli, i miei nipoti e pronipoti. Ho paura della decadenza morale dell’umanità, che può giungere a una morte lenta, dolorosa”, “Se gli antichi Egiziani avessero gettato materiali radioattivi nel Nilo, questo fiume sarebbe avvelenato già da 4.000 anni. E ce resterebbero altri 16.000! Se non si capisce questo, allora non resta che dire: Padre, perdona loro. E anche: salvate la speranza!”, “La stoltezza che porta alla distruzione delle foreste equatoriali va talmente contro la morale che potrebbe essere ispirata da Satana in persona”, “Occorre operare per un ribaltamento di tutti gli attuali valori, soprattutto la demitizzazione del denaro”,”Non pensavo che tutto si sarebbe svolto così in fretta e che mi sarebbe toccato di discutere ancora una volta su questo problema. Con riferimento a Chernobyl, vorrei dire quanto segue: l’incidente è stato troppo piccolo. Sebbene siano morte già molte persone e non si sappia quante dovranno ancora soffrire per le conseguenze, l’incidente è stato troppo piccolo. Potrà sembrare un paradosso, un’affermazione priva di pietà per i colpiti: naturalmente non intendo dire che auguro la morte a un numero ancora maggiore di persone, per l’amor di Dio, però la catastrofe è stata di proporzioni troppo ridotte per poter costituire un monito, una Wendoboje nel ricordo, che non consenta di dimenticare la pericolosità delle centrali nucleari. La cosa migliore per l’umanità sarebbe che scoppiasse un reattore, annientando tutti gli abitanti di New York. Allora questo orrendo esempio sarebbe forse sufficientemente drammatico per produrre un cambiamento del pensiero”. ( Da Salvate la speranza e Il declino dell’uomo).
Una considerazione finale: se molti genitori, invece di ascoltare i consigli di tuttologi buonisti, osservassero come una chioccia educa i propri pulcini, o una cagna i cuccioli, se osservassero, cioè, la rigida educazione che tutti gli animali impartiscono ai loro piccoli, forse eviterebbero ai figli di diventare delinquenti . Ecco un altro motivo validissimo per studiare l’Etologia e il pensiero di Konrad Zacharias Lorenz.
Prof. Giuseppe Pitrone
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