Non è agevole scrivere di Fisica nucleare, quindi le mie scuse se non saprò rendere sufficientemente chiare le considerazioni su un’importantissima scoperta scientifica. Il CERN di Ginevra ha confermato: esiste. Che cosa? Il bosone di Higgs. Indispensabili premesse. Nel 1996, Leon Lederman, premio Nobel per la Fisica 1988, scrisse un libro con la collaborazione del giornalista Dick Teresi. Titolo: La particella di Dio. Se l’Universo è la domanda, qual è la risposta?”. Quello originario era La particella maledetta, ma si dice che i soliti motivi di vendita o di censura imposero all’editore di cambiarlo, altri parlarono di un errore di traduzione. Tra l’altro costava non poco, 38.000 lire. Particella maledetta o dannata perché era molto difficile da scoprire. Passiamo al bosone, il vero nome della particella subatomica. Si tenga conto che la suddivisione in protoni, neutroni ed elettroni in riferimento alla struttura dell’atomo, è solo il primo passo verso la conoscenza della struttura stessa, ben più complessa. Sono stati individuati, infatti, numerosissimi altri componenti, mattoni fondamentali della materia. Il bosone è tra questi, inutile scrivere di più. Nel 1964, il fisico britannico Peter Higgs, mentre passeggiava per le colline di Cairngorms (Scozia), ebbe una grande idea, capita spesso agli scienziati di elaborarle in occasioni di relax. L’idea s’inserisce bene nella teoria elettrodebole che la lo scopo di scoprire la massa delle particelle elementari, soprattutto bosoni W e Z. Nasce così il Meccanismo di Higgs, che sostiene l’esistenza di una nuova particella che da quel momento prende il nome di bosone di Higgs. Si tenga conto che lo scienziato è ateo e non gradì l’inserimento di Dio in relazione alla sua intuizione. Nonostante ripetuti esperimenti, l’esistenza del bosone non fu provata, anche se era in linea con il cosiddetto Modello standard, cioè una teoria che spiega la cosiddetta architettura della Natura. Il 7.9.2000 i giornali riferirono che la particella era stata trovata. Troppa fretta, come il solito. Non si capirà mai abbastanza l’uso della prudenza, anche in riferimento all’attuale scoperta. Bisognerà verificare a fondo i risultati ottenuti! Tralasciando per un attimo i motivi commerciali del libro di Lederman, la particella in questione è di fondamentale importanza perché fa sì che anche le altre possiedano una massa; in qualche modo, cioè, è il creatore dell’Universo nel quale siamo inseriti, in questo senso l’accostamento con Dio è pertinente. La Teoria unitaria si prefigge il compito di spiegare in modo molto semplice non solo i costituenti della materia, ma anche le quattro forze fondamentali della Natura: interazione elettromagnetica, gravità, interazione forte e interazione debole. Molte sono state le prove della bontà di tale Teoria, mancava solo il bosone di Higgs. La lacuna è stata colmata. Ma come fanno gli scienziati a violare l’intimità del nucleo atomico? Con gli acceleratori di particelle, impianti in cui fanno viaggiare, quasi alla velocità della luce, protoni e ioni pesanti e inducendoli allo scontro. Sono impianti sofisticatissimi, al CERN esiste il Large Hadron Collider, un anello di 27 chilometri (al confine tra Francia e Svizzera) e a 100 metri di profondità media. E perché è così importante la nuova scoperta? Perché, come qualcuno ha specificato bene, il bosone di Higgs permette l’esistenza stessa della massa; è una specie di colla che tiene unito l’Universo, perché se non ci fosse massa, non ci sarebbe nemmeno attrazione. Dunque, l’Universo stesso non ha più misteri per noi? Manco per idea! La materia (ed energia) oscura ne costituisce ben il 96%. C’è, dunque, quasi tutto da scoprire ancora. Del resto, Dio ama giocare con i sapienti. Che il gioco continui.
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