Padre Romano appartiene all’Ordine dei Frati Minori e ha scritto un libro, “Di cancro si può guarire!” Non lo commenterò, dico solo che se mi dovessero diagnosticare un tumore non esiterei a seguire i consigli in esso presenti. In realtà lo sto già facendo da molto tempo, consumo regolarmente, ad ogni cambio di stagione, gli ingredienti di una vecchia ricetta. Non è stato lui a elaborarla, ma ha il merito di averla fatta conoscere in Occidente e, per tal motivo è nota proprio come Ricetta di Padre Zago. Il componente principale è l’Aloe arborescens. Affermo subito che se mi fosse imposto di salvare una sola pianta tra le innumerevoli in tutto il mondo, non avrei dubbi: l’Aloe (ne esistono centinaia di varietà, ma quelle più usate sono la Vera e l’Arborescens). Ho trascorso la vita in campagna, l’avevo vista numerose volte, ma non mi ero documentato. Grazie a un caro amico, ho scoperto le sue virtù che non esito a definire miracolose. Sono un modesto uomo di Scienza, lo faccio notare solo per sgombrare il campo da fantasie e suggestioni che non mi appartengono. La definisco miracolosa dopo innumerevoli esperimenti fatti, sul mio corpo e su quello dei miei animali. Credo, per esempio, che non esista prodotto di sintesi più efficace di questa umile pianta per quanto riguarda le ustioni. Veramente miracolosa, anche dal punto di vista anestetico. Non parliamo poi di piaghe, ferite che stentano a rimarginare, punture d’insetti. La caratteristica straordinaria, però, è la sua versatilità. Sembra, anzi è, un toccasana per qualsiasi distretto dell’organismo. La utilizzo negli usi più semplici (dopobarba) e in quelli più seri, come la tutela dell’intestino e della prostata. Elemento ancor più straordinario è rappresentato dalla totale assenza di effetti collaterali, tranne una risposta allergica nei suoi confronti. Per i diabetici, invece, basta eliminare il miele o sostituirlo con un dolcificante innocuo. In ogni caso, del suo uso è sempre bene avvisare il medico. Probabilmente sorriderà, non tutti credono all’efficacia dei prodotti naturali. Alcuni in buona fede, altri in cattiva fede, ma non intendo polemizzare. Nella ricetta, sono presenti anche il miele e prodotti alcolici. Il primo è un ottimo veicolante dell’Aloe stessa, i secondi esercitano azione vasodilatatrice. I tre componenti raggiungono quindi anche organi che, per posizione e funzione, presentano una certa difficoltà ad essere colpiti dai farmaci, per esempio la prostata. Ma lascio direttamente a Padre Romano la descrizione della ricetta e come prepararla:
- 20-30ml (circa 3 cucchiai) di distillato (Grappa, Cognac, Whisky, distillato di grano ecc.)
- 350g di Foglie di Aloe Arborescens: due, tre, quattro o cinque, fino a raggiungere il peso
Togliere le spine dai bordi delle foglie e la polvere depositatasi, utilizzando uno straccio asciutto o una spugna.
Tagliare a pezzi le foglie (senza togliere la buccia) e metterle nel frullatore assieme al miele e al distillato prescelto.
Frullare bene e il preparato è pronto per il consumo. Non filtrare né cuocere. Il frullato ottenuto deve essere messo in frigorifero in un barattolo scuro, ben chiuso.
Prendere un cucchiaio da tavolo 20 o 30 minuti prima dei tre pasti principali (colazione, pranzo e cena). Agitare bene prima dell'uso. Una volta iniziato il trattamento è importante assumerne tutto il contenuto del barattolo. Appena finito, è consigliabile sottoporsi a una visita medica.
Il risultato delle analisi offrirà indicazioni sugli effetti ottenuti e suggerirà la procedura da seguire. Se i risultati dovessero dimostrare che non ci sono stati miglioramenti con il primo barattolo, è necessario ripetere l'operazione dopo una pausa di 5-10 giorni. Tale ciclo dovrà ripetersi tante volte quante sono necessarie per eliminare il male. Soltanto dopo i primi quattro tentativi senza esito positivo si deve ricorrere ad una dose doppia, cioè due cucchiai prima di ogni pasto.
Alcuni consigli aggiuntivi, frutto di esperienza diretta. I celiaci devono stare attenti al tipo di prodotto alcolico usato. Inoltre, durante i primi giorni di cura si possono avere episodi di diarrea. Niente paura, buon segno. L’Aloe è una pianta che teme la luce, è altamente consigliabile tenere il preparato in frigorifero e in bottiglie foderate con carta stagnola. Infine, è altrettanto consigliabile dimezzare il quantitativo degli ingredienti della ricetta summenzionata solo per questioni pratiche: il frullato si deve consumare in 7-10 giorni, quindi è preferibile preparare piccoli quantitativi, si conservano meglio. Qualcuno raccomanda di non mettere grappa nel preparato, ma di consumarla contemporaneamente bevendo un cucchiaino. Per quanto mi riguarda, preferisco unirla agli altri due ingredienti. Nel caso di ustioni o ferite, quando cioè si usa la pianta fresca sulla parte dolorante, bisogna eliminare la prima porzione della foglia a diretto contatto con il fusto, contiene una sorta di gel dal colore giallognolo che potrebbe risultare tossico. Infine, non occorre aspettare la malattia per fare la cura, meglio prevenire. Buona salute a tutti!
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