Il dibattito sui mutamenti climatici è da tempo in atto. Scienziati che credono nelle responsabilità umane e scienziati che le negano. Per esempio: di recente, il Servizio meteorologico britannico si è sbagliato sulle previsioni circa l’aumento della temperatura terrestre, dichiarando che nel periodo 2013-2017 lo stesso sarà molto attenuato o addirittura assente. Forse è anche per tali diatribe che i Governi del pianeta non hanno mai preso la decisione di abbassare sul serio il livello dell’inquinamento. Fermo restando l’importanza dell’attività solare sul clima, sono e resterò convinto che l’uomo abbia da tempo superato il limite della decenza nei confronti della Natura. E se anche non fosse colpevole in alcun modo, non esistono dubbi che le sue scriteriate scelte produttive aggravino, e di molto, gli effetti negativi del fenomeno in questione. Proprio nel momento in cui i mutamenti stessi s’impongono all’attenzione di tutti, notizie terrifiche mortificano coloro che amano l’ambiente naturale. Le riporto fedelmente da una fonte attendibile, Greenpeace, ripresa da Affaritaliani.it.
Eccole:
Australia - Dal 2025, l'Australia potrebbe aumentare l'export di carbone. Significherà un aumento di 408 milioni di tonnellate l'anno in più rispetto ai livelli attuali. Ben presto l'anidride carbonica prodotta dal carbone australiano esportato potrebbe essere tre volte quella attuale.
Cina - Dal 2015, la Cina moltiplicherà le emissioni, fino a toccare i 1400 milioni di tonnellate l'anno. Un quantitativo che porterà il gigante asiatico sullo stesso livello della Russia.
Usa/1 - Anche gli Stati Uniti hanno intenzione di puntare sulle esportazioni di carbone fossile. Saranno immessi 420 milioni di tonnellate di Co2 l'anno: più di quanto produca il Brasile.
Usa/2 - La nuova produzione di Shale gas toccherà i 310 miliardi di metri cubi l'anno entro il 2035. Sono altre 280 milioni di tonnellate di Co2 dal 2020.
Indonesia - L'aumento delle estrazioni e delle esportazioni porteranno alla produzione di 460 milioni di Co2 l'anno. Il rischio sarà particolarmente forte per le popolazioni locali e per le foreste tropicali.
Canada - In Alberta la produzione di petrolio sarà triplicata entro il 2035, pari a nuove emissioni per 706 milioni di tonnellate di Co2. Nel giro di pochi anni, l'anidride carbonica prodotta dal Canada sarà equiparabile a quella dell'Arabia Saudita, patria del petrolio.
Artico - Le compagnie petrolifere aumentano la stretta sul mondo dei ghiacci, producendo 8 milioni di barili al giorno. Le emissioni potrebbero raggiungere i 520 milioni di tonnellate entro il 2020 e i 1200 milioni entro il 2030. Nel giro di 17 anni, il non più incontaminato Artico produrrà più Co2 del Canada.
Brasile - Produrrà 4 milioni di barili al giorno, aggiungendo 600 milioni di tonnellate di anidride carbonica all'aria del globo.
Goldo del Messico - Già rimosso il disastro della piattaforma BP, le compagnie intensificheranno l'estrazione nel golfo del Messico. In quell'area verrà prodotta tanta Co2 quanta ne emette la Francia.
Venezuela - La produzione di petrolio balzerà a 2,3 milioni di barili al giorno dal 2035.
Kazakistan - Le nuove attività nel Mar Caspio consentiranno di distribuire 2,5 milioni di barili di petrolio al giorno a partire dal 2025.
Turkmenistan, Azerbaijan e Kazakistan - Nel Mar Caspio non si estrarrà solo petrolio, ma anche 100 miliardi di metri cubi di gas a partire dal 2020.
Africa - Le nuove produzioni punteranno sull'estrazione di gas: 64 miliardi di metri cubi dal 2015 e 250 miliardi entro il 2035.
Iraq - La produzione arriverà a 1,9 milioni di barili di petrolio al giorno e toccherà i 4,9 milioni di barili entro il 2035.
Sempre secondo Greenpeace, questi progetti porteranno entro il 2020 a un aumento annuale di Co2 di 6,34 miliardi di tonnellate, cioè un quantitativo in grado di superare le attuali emissioni statunitensi. Il risultato finale dovrebbe essere l’innalzamento della temperatura di circa sei gradi.
Tutto ciò è terrificante, immorale, satanico. Anche perché, nel contempo, saranno incentivati disboscamenti ed espansioni edilizie. Cosa resterà di questo nostro martoriato pianeta? Fin quando resisterà all’ingordigia e al profitto? Le risposte dobbiamo darle noi e soltanto noi. I Governi, infatti, soddisfano le presunte esigenze dei popoli. Dunque, dobbiamo decidere se consentire o non consentire alle future generazioni di vivere in un contesto ambientale accettabile. E dobbiamo deciderlo adesso!
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