8 novembre 1956, gara in salita Passo di Rigano-Bellolampo (Palermo): in una giornata piovosa, a bordo di una Fiat 1100/103, con il numero di gara 82, fa il suo esordio Nino Vaccarella. Si classifica al quinto posto della sua categoria. Acquistata una più impegnativa Lancia Aurelia 2500 partecipa l’anno seguente alla famosa Trapani-Erice (3°) e subito dopo arriva, alla Colle S. Rizzo, il primo di un’interminabile e impressionante numero di trionfi che lo avrebbero inserito nella leggenda dell’automobilismo mondiale di tutti i tempi. Nel 1958, la prima partecipazione alla Targa Florio: corre con un amico, Pietro Giacone. Non va bene, urta un paracarro, complice una dolorosa colica intestinale, ed è costretto al ritiro. Gli appassionati, però, si rendono già conto della sua eccezionale perizia. Nel 1959 acquista una Maserati, consigliato dal celebre Guerino Bertocchi, collaudatore e meccanico di Fangio. 43^ Targa Florio: in coppia con Solimecos (Pippo Allotta) si classifica terzo di classe e decimo assoluto. Risultato di straordinario valore nella corsa più antica e difficile del mondo. La svolta decisiva giunge sempre alla Targa dell’anno successivo. Qualche mese prima riceve una telefonata indimenticabile: Bertocchi gli chiede di partecipare alla Targa con una Maserati 2800 Birdcage della celeberrima scuderia americana Camoradi. Non solo, ma lo informa che compagno di guida sarà Umberto Maglioli, già acclamato campione. Ripresosi dall’emozione, eccolo ai box di Cerda. Una prestazione eccezionale lo impone definitivamente all’attenzione di tecnici e, soprattutto, tifosi. Purtroppo non vince, causa uno di quegli inconvenienti che vanificano gli sforzi anche dei grandi: il fondo stradale sconnesso lesiona il serbatoio della benzina e, nei pressi del bivio di Sclafani, la macchina si ferma senza carburante. Con l’aiuto di appassionati giunge un po’ dell’indispensabile liquido, nella speranza di arrivare ai box. Il destino nega e la gara termina all’ottavo giro. Il Mito, però è nato. Tanto che il conte Giovanni Volpi di Misurata, proprietario della scuderia Serenissima gli offre un ingaggio biennale. Si spalancano le porte del Campionato Mondiale Sport e della Formula 1. Suoi compagni sono Jo Bonnier, Graham Hill, Lodovico Scarfiotti, Carlo Mario Abate, Umberto Maglioli. Anche i circuiti sono altrettanto famosi: Nurburgring, 24 ore di Le Mans, l’immancabile Targa. Dal 1961 al 1962 conquista prestigiosi piazzamenti nelle gare più celebri del mondo. Nel 1963, la meta più ambita da ogni pilota: guidare ufficialmente per la Ferrari, la scuderia più prestigiosa a livello internazionale. La stagione inizia con un incredibile episodio: alla 12 ore di Sebring, i cronometristi lo privano della prima vittoria mondiale perché non si accorgono che la seconda Ferrari ufficiale si era fermata ai box per una sosta di ben tre giri. Nonostante il reclamo, si deve accontentare del secondo posto. Il 1964, invece, è l’anno dei primi trionfi leggendari: 24 ore di Le Mans, con Jean Guichet, su Ferrari 275P; 1000 chilometri del Nurburgring con Lodovico Scarfiotti, sempre su Ferrari 275P; Coppa Intereuropa (Monza) su Ferrari 250LM. Mai un pilota siciliano aveva raggiunto simili risultati! Ed ecco il 1965, con la vittoria più bella per lui e per i tifosi siciliani in particolare: primo alla Targa Florio, in coppia con il compianto Lorenzo Bandini, su Ferrari 275P2. Si tenga conto di un particolare che la dice lunga anche sulla sua eccezionale competenza meccanica: in una sorta di braccio di ferro con il Commendatore, orientato ad adoperare una leggera Dino 2000, lo convince a utilizzare la più potente 275P2 3300. Il risultato gli dà ragione.
Inizia, l’era Vaccarella. Se centinaia di migliaia di spettatori si riverseranno sul Piccolo delle Madonie negli anni seguenti, fino raggiungere l’incredibile numero di circa un milione, lo si deve soprattutto a Lui, il Sole di Sicilia. E sempre negli anni seguenti, altri successi in tutto il mondo: Pergusa, Mugello, Jolly Hotel, 500 chilometri di Imola, 12 ore di Sebring, Targa Florio 1971 e 1975. Non è stato possibile elencare i piazzamenti in Formula 1 nel Campionato del Mondo Marche e le vittorie in classiche definite forse impropriamente minori per mancanza di spazio: a tal proposito avrei potuto scrivere un libro, anche voluminoso. La sua carriera finisce nel 1975, soprattutto per la nascita del figlio Giovanni che lo induce alla prudenza. Poiché ho già dedicato al Preside volante un articolo, ripetermi sarebbe forse tedioso. Concludo solo con una ferrea convinzione: difficilmente si vedranno sulle piste di tutto il mondo campioni come Nino Vaccarella.
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