Di recente ho ricevuto un dono un po’ insolito ai nostri giorni: una raccolta di poesie. È stata la stessa Autrice a inviarla, in modo del tutto disinteressato. Ho letto subito. E riletto con grande attenzione, esprimendo sincero apprezzamento. Nel contempo, mi sono meravigliato, anzitutto per una constatazione. Valentina è una compaesana, fa anche parte del Consiglio comunale. Siamo nati e risiediamo, infatti, a San Pier Niceto, in provincia di Messina. Come in altri piccoli centri, ci conosciamo tutti; in più posso dire, usando un’espressione popolare, di averla vista nascere. Eppure, non conoscevo la sua inclinazione poetica. In secondo luogo, la giovanissima età: 21 anni. La profondità di pensiero, infatti, di solito si acquisisce con il tempo. Evidentemente, tale positiva caratteristica è un dono di natura, oltreché frutto di una carriera scolastica ineccepibile. In generale, i critici letterari usano una terminologia astrusa e perfino incomprensibile per operare una recensione. Per quanto mi riguarda, dico solo che questa ragazza ha talento, molto talento. E poiché nella mia carriera di docente ho sempre fatto il possibile per incentivarlo, ecco l’articolo che spero susciterà l’interesse dei lettori, dei critici e degli editori. I componimenti di Valentina si distinguono per due elementi: intensità e musicalità. Cioè, quelli fondamentali per onorare la Poesia, quelli che ti scuotono interiormente e gratificano il senso armonico. Già in seconda elementare, la poetessa legge i classici per bambini, primo tra tutti “Cuore”. Diventa poi ammiratrice di Sveva Casati Modignani, apprezzando la complessità delle trame, l’ipnotica dimensione surreale, i lati oscuri del carattere dei personaggi. Ma preferisco lasciare la parola all’Autrice, iscritta in Lettere Moderne all’Università di Messina: “Proprio partendo da questa ricerca del “nascosto”, dei sentimenti più profondi e segreti, di quel “pianto” che ognuno porta dentro di sé come arcano da non svelare mai, traggo spunto per le mie opere. Identifico la Poesia come respiro dell’anima, come amica fidata alla quale rivelare in totale libertà la parte di noi che nessuno conosce e maestra amorevole che tale zona d’ombra sa identificare e narrare nel più eccelso dei modi. Appunto per questo intreccio di emozioni e sensazioni al quale tanto aspiro, mi esaltano e affascinano Quasimodo e Leopardi. In più, i poeti stilnovisti Guinizzelli e Cavalcanti e l’intramontabile “Divina Commedia”.
L’attività di Valentina Gangemi ha già ricevuto riconoscimenti meritati e di non poco conto: nel 2008, 10 e lode nei concorsi Noi Magazine e Poeti in erba con “Una nuova alba” . Inoltre, con la recente partecipazione a Luoghi di Parole, organizzato dalla rivista “Orizzonti”, ha ottenuto l’inserimento di “Schiava” nel libro, dall’omonimo titolo del concorso, che la Casa editrice Aletti pubblicherà nel prossimo novembre. Sono certo che altre gratificazioni di alto livello arriveranno con il sopraggiungere di maturità e più scrupolosa osservazione di quel misterioso labirinto che è l’animo umano. Da parte mia e, sono altrettanto certo, di tutta la redazione di Palermomania.it, sinceri complimenti e un augurio: ad maiora!
Una nuova alba
Ho vagato a lungo
verso pensieri di ghiaccio
volando con ali di cera
sopra il sole di un sogno dorato.
Ma il fuoco della verità
ha distrutto la mia casa di cartone;
mi ha fatta cadere nella tempesta
burrascosa del mio animo.
Io sola… intorno a me l’oceano.
Con la barca del tempo
ho raggiunto uno spiraglio di luce:
ed ecco una nuova alba!
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Schiava
Perché è questo ciò che siamo,
incantatrici di un destino
già scritto per noi come la pellicola di un film
che inesorabilmente è sempre uguale.
Schiava della libertà
Che non conosce voce,
non conosce aria, ma solo un labirinto di pensieri,
schiavi della mia mente!
E poi corro, tra i fili di un cuore che non conosce le note
di quella canzone stonata,
corro tra gli alberi di quel giardino
in cerca di quelle braccia, di quel sì.
Come può un povero cuore correre in mezzo a giardini di ghiaccio?
Come una barca che dal porto si staglia
alla ricerca di quella terra tanto amata,
vago tra le onde di una vita
che non conosce il valore
di quel tepore che avvolge il corpo,
quel calore che dà vita senza nulla chiedere in cambio.
Schiava di quell’attimo,
di quella nota tanto sognata,
schiava di un destino,
che non conosce giustificazioni.
Eppure, non c’è schiavitù più bella dell’essere schiavi di Amore!
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